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Il rapimento di Babbo Natale (che esiste e vive a Bari)

Il furto delle reliquie di un santo sarebbe, a prima vista, un evento degno di una commedia nera. Eppure, nel caso di San Nicola di Bari, il trafugamento delle sue ossa si rivela essere un episodio cruciale nella storia del suo culto, che ha attraversato i secoli e si è diffuso in tutto il mondo cristiano con degli effetti davvero imprevisti.

Correva l’anno 1087, e il Mediterraneo era il teatro di scontri e conflitti tra cristiani e musulmani, con l’avanzata dell’Islam che minacciava i luoghi di culto della cristianità. Fu così che un gruppo di mercanti e marinai italiani, in gran parte provenienti dalla città di Bari, si imbarcò in una missione audace: recuperare le reliquie di San Nicola da Myra, dove il santo era sepolto, per proteggerle dalla distruzione o dalla profanazione. La leggenda narra che San Nicola stesso apparve in sogno a un sacerdote di Bari, chiedendogli di salvare le sue reliquie. Armato di questa visione divina, un “commando” di baresi giunse a Myra, nell’attuale Turchia meridionale. La città faceva ancora parte dell’Impero Bizantino, ma era stata già una volta conquistata e poi persa dai Selgiuchidi, che continuavano a minacciarla. Qui, con l’aiuto di alcuni monaci locali, i baresi riuscirono a individuare e aprire la tomba di San Nicola. A seconda delle versioni, la tomba fu trovata già aperta, o furono loro stessi a forzarla. Fatto sta, le sacre ossa furono caricate su una nave e portate a Bari, dove arrivarono il 9 maggio 1087.

La vicenda contribuì a consolidare la figura di San Nicola come santo patrono dei marinai, poiché si riteneva che avesse protetto la nave durante l’ancora più rischioso viaggio di ritorno. Al di là di ogni aspettativa, la traslazione delle reliquie favorì un’incredibile e rapida diffusione del culto di San Nicola in Europa occidentale. Come mai?

Il motivo probabilmente si può ritrovare nell’identità personale del santo e in ciò che aveva finito per rappresentare in un mondo, in fondo non molto diverso dal nostro, che si sentiva minacciato dall’avidità e dalla violenza. Nato nel 270 d.C. a Patara, nella regione di Licia, nell’attuale Turchia, San Nicola divenne vescovo di Myra e morì il 6 dicembre 343 d.C. Grande difensore della fede, fu subito venerato per i numerosi miracoli a lui attribuiti, ma ancora di più per la fama della sua generosità, capace non solo di condividere dei beni con gli sfortunati, ma soprattutto di restituire loro dignità.

Tra le sue gesta più celebri, c’è quella di aver salvato tre ragazze povere dalla prostituzione, fornendo loro una dote. Questo semplice gesto ha dato origine, insieme alla tradizione delle calze natalizie, all’associazione della persona di San Nicola con la fiducia nella possibilità, fatto non da poco, che ogni essere umano, con un atto generoso e non richiesto, sia in grado di restituire il valore inestimabile della speranza e del futuro al proprio prossimo incapace di rialzarsi da solo. È la dimostrazione che non solo fare il male, ma anche e soprattutto fare il bene ha delle conseguenze, di una potenza ben maggiore e molto più indelebili.

Oggi, il culto di San Nicola è diffuso in tutto il mondo cristiano, sia nella Chiesa cattolica che nelle Chiese ortodosse. Oltre all’Italia, San Nicola è particolarmente venerato in Russia, Grecia e nei paesi slavi, dove è conosciuto come “Sveti Nikola”. La sua figura ha anche influenzato la creazione del personaggio di Babbo Natale, o Santa Claus, simbolo della generosità che dona ai bambini durante le festività, superando anche la barriera delle convinzioni religiose.

La Basilica di San Nicola a Bari fu costruita per ospitare i suoi resti, diventando un importante centro di pellegrinaggio per i fedeli provenienti da tutto il mondo. La memoria del furto delle reliquie o, se volete, del loro “salvataggio” nella città pugliese viene celebrata ogni anno con una festa e una processione tradizionale che si tiene puntualmente il 7-9 maggio.

A volte storia, leggenda e fede si intrecciano. In questo caso hanno dato vita a un culto che sfida il tempo e le distanze geografiche. Il santo che guarisce il corpo e lo spirito con la generosità di un dono, continua ad essere un simbolo di protezione e guida per i marinai, i viaggiatori e i bambini, in un mondo che ha più che mai bisogno di fiducia e di gesti di umanità.

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Autore: Gianmario Pagano

Scrittore, autore, sceneggiatore, insegnante, prete romano.

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