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Una donna per tutte le stagioni

L’immagine di una donna in abito scuro, così pesantemente velata, potrebbe farci pensare a tempi bui e al sostegno di una concezione della vita e del ruolo della donna degna di un regime talebano. Eppure, la nostra fantasia, in questo caso, viaggerebbe molto lontano dalla realtà.

Rosa Venerini è stata in verità una figura rivoluzionaria, una vera pioniera dell’istruzione femminile e del ruolo delle donne nella formazione scolastica. Ai suoi tempi, a cavallo tra il Seicento e il Settecento, era impensabile non solo l’istruzione, anche religiosa, delle ragazze più povere, ma persino il fatto che una donna potesse insegnare il catechismo al posto del parroco. La donna, specialmente se di ceto popolare, era destinata esclusivamente a occuparsi del marito e fare figli. Ogni altra alternativa era considerata una minaccia alla base della santità della famiglia e della società.

Discendente anche lei da casate di rango, ebbe la fortuna di avere una madre ben intenzionata a farla studiare e una zia materna, superiora del convento di Santa Caterina a Viterbo, che provvide alla sua formazione. Diventata figlia spirituale dei Gesuiti, fu ispirata dalla religiosità profonda, ma anche moderna, combattiva e pragmatica di Sant’Ignazio e si sentì subito chiamata a grandi imprese. Fondò, con l’appoggio del cardinale Barbarigo, diverse scuole femminili, creando, fatto per noi oggi impensabile, grande scompiglio nella società del tempo. Lei stessa rinunciò alla tranquilla vita monacale contemplativa, per la quale era portata, per dedicarsi alla vita attiva, andando contro il suo stesso carattere.

Nata pacifica e conciliatrice, seppe diventare guerriera. Credeva in qualcosa che allora suonava più impossibile che sconveniente. Fu boicottata in modo sistematico. Non mancarono persino episodi di vandalismo e di violenza. Alcune sue scuole furono attaccate e bruciate, ma non si scoraggiò, convinta che il futuro appartenesse non solo agli uomini, ma anche a quelle ragazze che aveva deciso di servire.

La svolta ci fu quando papa Clemente XI cominciò a sostenerla apertamente, aiutandola ad aprire scuole in tutto in Lazio, fino ad arrivare a Roma, dove morì nel 1728 per un tumore al seno.

La sua carriera di santa non fu rapidissima. Fu beatificata da Pio XII più di duecento anni dopo la sua morte e canonizzata al più alto livello da papa Benedetto XVI, il 15 ottobre del 2006. La sua memoria liturgica ricorre ogni anno il 7 maggio, per aiutarci a non dimenticare che certe conquiste non si devono dare per scontate.

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Autore: Gianmario Pagano

Scrittore, autore, sceneggiatore, insegnante, prete romano.

Un commento su “Una donna per tutte le stagioni”

  1. Grazie Prof per avermi fatto conoscere la storia di Rosa Venerini, che non conoscevo.
    Un esempio di vita cristiana, di consapevolezza e determinazione che può insegnare molto anche oggi.

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