Santa Caterina da Siena è una figura storica assolutamente unica e originale, ai suoi tempi come ai nostri. Nacque nel 1347 con il nome di Caterina Benincasa, da Lapa Piagenti e Giacomo di Benincasa, un tintore di Siena. Era la penultima di ben 25 figli: un’esperienza familiare comunitaria oggi impensabile.
L’iconografia la ritrae velata come una monaca, ma in realtà non era nemmeno una suora, bensì una terziaria domenicana o, come si diceva allora, una “mantellata”, per via del manto nero, un capo di vestiario allora comunissimo. In pratica, oggi la definiremmo una “laica consacrata”.
Nel 1375, mentre pregava nella chiesa di Santa Cristina a Pisa, Santa Caterina ricevette le stigmate, che, tuttavia, rimasero un’esperienza soggettiva personale perché, secondo quanto ci raccontano i cronisti, divennero visibili solo dopo la sua morte.
Fu una mistica precocissima. A partire dall’età di sei anni e poi per tutta la sua breve vita Caterina ebbe visioni, tra cui quella in cui Gesù le metteva un anello nuziale al dito, in segno del suo “matrimonio” con Lui. Visse una vita di estrema penitenza, pregando incessantemente e infliggendosi digiuni prolungati, che, tuttavia, non le impedirono di avere una vita sociale intensa, piena di energia, in continua e travolgente attività, con un seguito vastissimo tra i suoi contemporanei, uomini e donne. Caterina potrebbe ambire al titolo di patrona di ogni “influencer”.
La sua fu una figura prestigiosa nella cultura e nella politica dell’epoca. Con una personalità carismatica e una profonda conoscenza della teologia, armata di una penna tagliente, non esitò a entrare in contatto con leader politici e religiosi per promuovere la riforma della Chiesa e la pace tra le città-stato italiane in guerra tra loro. Nel corso della sua breve vita, scrisse lettere a quasi tutti i potenti dell’epoca, esortandoli a cambiare il loro comportamento e a seguire la via della giustizia. Fu determinante soprattutto nel convincere Papa Gregorio XI a tornare a Roma dal suo esilio ad Avignone nel 1377. Perciò, chi detesta la presenza e l’influenza del Vaticano in Italia, dovrebbe prendersela più con lei che con l’Imperatore Costantino.
I suoi scritti sono abbondanti e tutti di ottima qualità. Tra le tante opere, Santa Caterina è autrice del “Dialogo della Divina Provvidenza”, noto anche come “Il Libro della Divina Dottrina”, un’opera mistica e teologica scritta in volgare toscano, sulla scia della lingua di Dante, e che rappresenta uno dei capolavori della letteratura italiana.
Morì a Roma il 29 aprile 1380, all’età, guarda caso, di 33 anni. Fu canonizzata nel 1461 da Papa Pio II, e nel 1939 fu proclamata patrona d’Italia insieme a San Francesco d’Assisi. Nel 1970, Papa Paolo VI la proclamò Dottore della Chiesa, la prima donna a ricevere tale titolo, condividendo il podio con Santa Teresa d’Avila.
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Grazie Prof, davvero una “grande donna” e un’appassionata discepola di Gesù; la sua dimensione sponsale mi ricorda la Maddalena che abbiamo incontrato ascoltando i vangeli in questo tempo pasquale. Giro subito l’articolo a due amiche di nome Caterina. 🎼🎶🕊️