fbpx

Coniglio o papera?

Vedete un coniglio o una papera?

Questo disegno comparve per la prima volta nel 1892 su una rivista umoristica tedesca. La didascalia, sopra, dice: “Quali animali si somigliano di più?” e, sotto, la risposta: “Il coniglio e la papera”. La figura fu ripresa tale e quale dallo psicologo Joseph Jastrow, che amava studiare le illusioni ottiche, ma fu resa famosa da uno dei più grandi pensatori del XX secolo, di cui oggi si celebra la nascita: Ludwig Wittgenstein.

Ludwig non è stato un santo e, anche se nato ed educato cattolico, ha avuto nel corso della sua vita un rapporto complesso e difficile con la religione. Tuttavia, il suo pensiero, incentrato sullo studio del linguaggio, ha avuto un influsso profondissimo sulla teologia e l’esegesi biblica.

Nato il 26 aprile 1889 a Vienna, in Austria, in una famiglia benestante e colta. Era l’ultimo di otto fratelli. Suo padre, Karl Wittgenstein, era un industriale di successo nel settore dell’acciaio, mentre sua madre, Leopoldine Kalmus, proveniva da una famiglia di musicisti e intellettuali.

Il giovane Wittgenstein inizialmente studiò ingegneria meccanica in Germania e in seguito si trasferì a Manchester, in Inghilterra, per studiare ingegneria aeronautica. Tuttavia, ben presto, entrato in conflitto con il padre che aveva grandi aspettative di successo su di lui, sviluppò un interesse per la matematica e la filosofia e decise di studiare sotto la guida del filosofo e logico Bertrand Russell presso l’Università di Cambridge.

Durante la Prima Guerra Mondiale, Wittgenstein si arruolò nell’esercito austro-ungarico e combatté sul fronte sud, contro gli italiani. Fu durante il suo servizio militare che, incredibile oggi il solo pensarlo, scrisse gran parte del suo primo lavoro filosofico che lo consegnò alla storia del pensiero, il “Tractatus Logico-Philosophicus”.

Dopo la guerra, Wittgenstein rifiutò l’eredità paterna e intraprese una serie di mestieri umili, finché fu assunto come maestro di scuola elementare. Tuttavia, le sue metodologie non proprio montessoriane e il suo carattere difficile lo portarono a entrare in conflitto con i colleghi e i genitori degli studenti.

Nel 1929, riprese gli studi. Nel 1930, ottenne il dottorato in filosofia e iniziò a insegnare presso l’Università di Cambridge, dove rimase fino al 1947. Tuttavia, il suo carattere difficile non mutò, aggravato da tendenze depressive. La sua personalità rigorosa ed esigente continuava a metterlo in conflitto con colleghi e amici a causa del suo modo di affrontare le discussioni. Eppure, nonostante non fosse difficile litigare con lui, tutti lo ammiravano e rispettavano per la sua integrità intellettuale e la sua dedizione. Del resto, la sua vita fu tormentata e segnata da tragedie familiari spaventose: ben tre dei suoi fratelli, anche loro geni tormentati, si tolsero la vita.

Nel 1947, Wittgenstein si dimise dall’Università e trascorse lunghi periodi in isolamento in Irlanda, Norvegia e Austria. Fu durante questo periodo che scrisse gran parte delle sue “Ricerche Filosofiche”, un’opera postuma che segnò un cambiamento radicale nel suo pensiero rispetto al “Tractatus”. Ed è in questo periodo che mostrò un rinnovato interesse per la religione e la trascendenza, anche se non riuscì a ritrovare la “fede”, almeno nel significato corrente di appartenenza a una Chiesa.

Il coniglio-papera o “anatra-coniglio” rimane un esempio vivace di come Wittgenstein impostasse la sua riflessione del linguaggio: a suo modo di vedere, i segni e le parole, proprio come questo disegno, non trovano significato in loro stessi, ma nel contesto e nelle aspettative di chi li accoglie o li usa.

Si tratta di una riflessione importante per chi pensa che le parole siano sempre inequivocabili e soprattutto, applicando la sua riflessione all’esegesi, per chi afferma cose del tipo “la Bibbia si spiega da sola”.

Le idee di Ludwig Wittgenstein rivoluzionarono le nostre idee sul linguaggio e continuano a influenzare e stimolare il pensiero filosofico e le scienze umane ancora oggi.

Autore: Gianmario Pagano

Scrittore, autore, sceneggiatore, insegnante, prete romano.

Un commento su “Coniglio o papera?”

  1. Sintesi chiarissima. Grazie Prof. Ne deduco perciò che per “leggere” la Bibbia ci vogliono particolari strumenti di studio e competenze specializzate, come per la comprensione dell’arte, per fare un esempio. Ma come si concilia questo con la fede? Mi sorgono di conseguenza due domande: 1) la bibbia è messaggio “criptico”, rivolto agli intellettuali, agli studiosi? 2) Perchè Dio non ha comunicato il suo messaggio in modo semplice, chiaro e diretto, comprensibile a tutti?

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

%d