Ogni tanto, fatevi un regalo. Un regalo di grande valore ma che non potete comprare. Un regalo che non vi costa nulla, a parte la vostra cosa più preziosa: il tempo. Neanche tanto, in verità.
Prendete in mano il Vangelo di Marco e leggetelo.
Ma non fate come si fa in Chiesa o al catechismo, o come si fa su internet. Dove il Vangelo si fa, letteralmente, a pezzi.
Di solito, quando leggiamo, se lo facciamo, ne prendiamo un “brano” – notate come è brutta questa parola: brano, cioè un pezzo strappato da un corpo, come quando un predatore sbrana una preda: quando leggiamo passi del Vangelo separatamente noi letteralmente lo sbraniamo, cioè lo facciamo a pezzi, strappandoli via da un racconto più organico.
Invece niente pezzi, niente brani: tutto.
Tutto insieme. Tutto d’un fiato. Tutto in un unico intervallo di tempo.
Approfittate della festa, di quel giorno libero in più che potete – forse – dedicare a voi stessi, o a qualcosa di grande valore.
Allora fate così.
Prendete il testo di Marco, non però dalle edizioni che trovate in giro. È un’operazione che potete fare a costo zero con ciascuno dei quattro vangeli, ma anche con qualunque libro della Bibbia. Se prendete un’edizione qualsiasi delle più diffuse, la trovate divisa in capitoli e versetti. Spesso anche con dei titoli inseriti che vogliono facilitare la lettura. Buttate tutto. Niente titoli, niente capitoli, niente versetti. Le citazioni in numeri servono per i teologi, ma servono meno per la lettura. Titoli capitoli e versetti, divisioni, numeri e numeretti sono stati aggiunti nel corso dei secoli dalla passione dei nostri antenati per la Bibbia, per valorizzarne ogni parola e ogni riga, ma oggi sono diventati per noi, più che un aiuto, un ostacolo.
Cercate su internet la versione che preferite e selezionatene tutto il testo. Ci sono innumerevoli siti che lo offrono, ovviamente, gratis. Poi, con il copia incolla, portate tutto il testo in un software di scrittura, come, per esempio, Word. Poi togliete tutti i titoli e, con l’aiuto della funzione trova-sostituisci, eliminiate tutti i numeri dei capitoli e dei versetti. Vi resterà solo il testo, nudo e crudo. In corpo 12 di un qualunque font, otterrete un testo di circa venti cartelle. Stampatelo per voi stessi, o fatevi un pdf. E leggetelo così. Nudo e crudo. Senza fronzoli. Come un unico racconto senza interruzioni, come un film che va visto tutto dall’inizio alla fine per essere goduto e compreso.
Se non vi va di fare quest’operazione, l’ho fatta io per voi, per il Vangelo di Marco. Trovate in una delle note della pagina, il testo del Vangelo di Marco, filtrato da ogni aggiunta e pronto per essere semplicemente gustato e letto, senza distrazioni. Potete leggerlo anche con il vostro cellulare.
Quando Marco scrisse il Vangelo lo scrisse come un’opera unica, senza divisioni, senza capitoli, senza numeri, indici, introduzioni o note. Lo scrisse come un unico documento che andava letto ad alta voce davanti a una comunità radunata che ascoltava tutto, dall’inizio alla fine, in piedi, dedicando a questo non più di un paio di ore scarse. Marco, e gli altri evangelisti, non pensavano al lezionario, pensavano a un’esperienza. Pensavano a un racconto coinvolgente che tenesse incollate molte persone, radunate tutte insieme in una casa, per una serata. Qualcosa che noi da secoli non facciamo più.
Eppure un Vangelo non è che questo: un unico, appassionante racconto.
Un attore che recitasse il Vangelo ad alta voce, ci metterebbe infatti meno di due ore a leggere tutto, dall’inizio alla fine. Se si legge con la mente, si può impiegare molto meno, anche mezz’ora e, se siete allenati o predisposti, persino pochi minuti.
Provate a farlo da soli. Oppure provate a farlo raccogliendo un piccolo gruppo di volenterosi. Oppure provate a proporlo alla vostra comunità di appartenenza, se ne frequentate una. Qualunque sia la vostra denominazione: cattolica o non cattolica. Regalatevi questa esperienza per Natale: un Vangelo nella sua interezza.
Se dovessi proporre una devozione per il cristiano degli anni duemila, proporrei esattamente questo: la lettura continuativa, ininterrotta, del Vangelo. A cominciare proprio da quello di Marco, il più antico, il primo dei quattro a essere scritto.
Esistono molte devozioni e pratiche personali. Questa è quella che vi suggerisco io. In verità non l’ho inventata io. Appartiene alla tradizione cristiana e si chiama “lectio divina”. Leggete e basta, non cercate subito di interpretare, di cercare concetti, di collegare passaggi biblici, di inquadrare le parole in uno schema teologico o dottrinale. Leggete, semplicemente. Lasciate che il testo del Vangelo vi entri nella mente, nella memoria, nell’anima, nella vita. Non commentate in cuor vostro, state alle parole stesse, come si sta con la mente a una preghiera. Lasciate che il Vangelo vi parli.
Solo una lettura continuativa può darci il sapore della visione d’insieme, farci cogliere il senso del dettaglio all’interno del tutto. Perché è un racconto unico, non un’antologia o una raccolta di testi. Nessuno di noi sopporterebbe di vedere un film una scena alla volta, magari in uno stillicidio che dura per anni, senza coerenza cronologica, a volte saltando di palo in frasca. Per forza poi non ricordiamo, non assimiliamo, non comprendiamo.
Leggere, da soli o in piccoli gruppi, di due o più, il testo del Vangelo tutto d’un fiato è ciò che somiglia di più all’esperienza che avevano in mente gli evangelisti quando li hanno scritti per i loro destinatari. E le esperienze non si possono a loro volta raccontare, ma vanno vissute. Facciamo perciò l’esperienza di gustare il racconto di Marco senza distrazioni, in un unico intervallo di tempo.
E quando avete finito? Ricominciate! Quante volte? Tutta la vita, se volete. Potete farne la vostra devozione personale.
Magari tenerlo sul comodino per leggere, leggere e poi rileggere, finché non vi è entrato nella pelle, nei muscoli, nelle ossa.
Le preghiere che recitiamo, se abbiamo fede, non sono anche parole che ripetiamo continuamente? Quante volte abbiamo ripetuto o detto il padre nostro? Oppure pensate alla preghiera cattolica del rosario. Ma quante volte abbiamo ripetuto il Vangelo intero? Non può essere il Vangelo intero una preghiera da ripetere e ripetere finché la nostra vita, senza nemmeno ce ne accorgiamo, cominci a somigliarci un po’?
È quello che auguro a tutti voi.
Bella a tutti.
E dopo averlo letto tutto d’un fiato?
Respiri 🙂
E dopo averlo letto tutto d’un fiato?
Tu cosa hai percepito?