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Sei fondamentalista? facciamo un test!

Il fondamentalismo è un virus dell’anima, un atteggiamento mentale sempre più comune che sembra diffondersi sempre di più. Cerchiamo di capire quali sono i sintomi e se siamo stati contagiati.

Chi è un fondamentalista?

Forse tu, che mi stai leggendo. Anche se non lo vuoi ammettere. Proprio tu potresti essere un fondamentalista…

So che quando si pronuncia la parola, di solito si pensa all’estremismo religioso violento. Ma si commette un errore.

Il fondamentalismo non è infatti un problema che viene da lontano e che si infiltra tra noi con i lupi solitari o le cellule dormienti.

Il fondamentalismo è un virus dell’anima, un atteggiamento mentale sempre più comune e che sembra diffondersi sempre di più.

È un po’ come l’apocalisse zombie, dove però al posto degli zombie… ci sono i fondamentalisti.

Ciascuno di noi potrebbe essere stato contagiato.

Tuttavia, state tranquilli. Penso di aver messo a punto un test sicuro, che consiste in una sola, semplice, domanda.

Prima di sottoporvi il mio test alla fine del video, dedichiamo almeno qualche minuto a mettere a fuoco la questione, per chiarire di che cosa stiamo parlando.

Cominciamo col dire che il fondamentalismo non è una problematica esclusiva del mondo islamico o di parte del continente americano, ma è presente, in varie forme, un po’ ovunque.

I primi fondamentalisti che ci verranno in mente saranno probabilmente i “kamikaze” – diventati famosi dopo l’11/9 – e i loro sostenitori, ma ne esistono in realtà anche di meno aggressivi che non si sognerebbero lontanamente, per fortuna, di fare i terroristi.

Il fanatismo, in qualunque forma, c’è e c’è sempre stato, ma il fondamentalismo religioso vero e proprio appare sulla scena della Storia tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, quando diventa molto duro il confronto con lo sviluppo delle conoscenze scientifiche e si diffonde sempre di più l’atteggiamento razionalista e tecnicista. È proprio quello il tempo in cui Nietzsche proclamava, facendo una parodia dello stesso Vangelo, il famoso annuncio della “morte di Dio”.

Le teorie evoluzionistiche, specialmente il darwinismo, ma anche la critica storica e letteraria applicata alle Sacre Scritture, e poi le varie scoperte della fisica, della biologia, dell’astronomia rendevano l’universo un posto inconsueto, immensamente più vasto e non più con l’uomo al centro di tutto. Si apriva uno scenario sul mondo molto, molto diverso da come veniva tradizionalmente fino a quel momento pensato in verità un po’ da tutti e non solo dalle religioni.

L’economia di mercato e la rivoluzione industriale diedero inizio al processo della globalizzazione, del quale il colonialismo fu solo una prima fase per arrivare fino alle conseguenze attuali. Infine, le teorie filosofiche e politiche, le varie forme di hegelismo, così tutte le ideologie che ne sono derivate hanno cominciato a deridere, sottovalutare, emarginare la religione, a considerarlo solo un pensiero primitivo, tollerabile solo se vissuto in modo esclusivamente privato.

È il famoso fenomeno della secolarizzazione.

Ogni forma di fondamentalismo nasce in risposta a questo fenomeno e si esprime come una reazione di difesa del mondo religioso nei confronti di un mondo secolarizzato, multiculturale, sempre più difficile da comprendere e da accettare, nel quale Dio sembra diventare sempre più assente.

Le religioni in pratica reagiscono per difesa. Davanti a un mondo che sembra mettere in discussione i fondamenti della fede, il “fondamentalista” non accetta di discutere davvero, ma si limita a negare per principio ogni confronto.

Il fondamentalista vuole garantirsi la sicurezza dei propri riferimenti, diventati ancora più importanti in un periodo di grande transizione sociale, politica, economica, culturale. La fede diventa così l’unica fonte di tutte le certezze.

Notate che per il fondamentalista non si tratta solo di difendere la propria Tradizione. Il fondamentalista è diverso dal conservatore. Il conservatore ammette di confrontare il dato rivelato, ciò in cui crede, con le altre scienze, con la storia, la critica letteraria, la fisica, ecc.

Il fondamentalista semplicemente non accetta un confronto che non sia sul suo terreno, non accetta che esista un terreno comune e che il mondo possa essere esplorato anche con la ragione, prima che con la fede.

Il fondamentalista ha l’illusione che sia tutto subito chiaro, tutto evidente, che sia tutto come dice lui, ma, soprattutto, che chi crede o pensa diversamente non meriti rispetto, né il tempo speso a confrontarsi.

Da qui nasce una certa aggressività, una tendenza a disprezzare l’opinione altrui e a cercare di imporre la propria.

Ecco spiegato anche perché il fondamentalista si trova a suo agio specialmente in Internet e sui social, dove tutti diventano facilmente leoni da tastiera e la violenza, per fortuna, si limita a essere verbale.

Ma cerchiamo di comprendere, prima di giudicare. Di solito, il fondamentalista religioso ragiona così: qual è il motivo per cui le cose vanno male nel mondo? Non si mette a considerare i problemi economici, sociali, politici, morali, ma va dritto a una sola risposta: “perché l’uomo di oggi non rispetta Dio e lo ignora”.

Il fondamentalista si sente un difensore dei diritti di Dio. Secondo lui il mondo va male in fondo solo per un motivo: perché ha perso la fede. Ovviamente, la fede come la intende lui.

Tra parentesi: se il mondo abbia davvero perso la fede in Dio e si sia distaccato dalla religione è una questione aperta. Io personalmente non lo credo affatto. La religione non si può sradicare dal cuore dell’uomo. Ma questo argomento merita una trattazione a parte…

Il problema è che i fondamentalisti non tengono in conto le mediazioni, preferiscono ignorare che il mondo sia un posto complicato che segue regole proprie. Perciò mettono subito di mezzo Dio, praticamente in ogni cosa. Vanno dritti al Principio Primo, senza passare da nessun punto intermedio. C’è solo la causa prima e non ci sono cause seconde.

Anche per questo il fondamentalista tende a diventare apocalittico: a vedere subito il grande scontro finale tra le forze del Bene e quelle del Male, a vedere tutti i buoni da una parte e tutti i cattivi dall’altra. A considerare l’avversario come il “male assoluto”. Ecco perché spesso è fissato col diavolo e lo vede dappertutto.

Il fondamentalista vede tutto il mondo in bianco e nero, ma non è questa la cosa più grave. È ancora più tragico che può arrivare a sentirsi talmente tanto paladino del bene da considerare leciti anche metodi immorali, come, per esempio insultare o seminare odio.

Un’altra caratteristica preoccupante del fondamentalista è che non deve essere necessariamente ignorante o arretrato. Molti fondamentalisti appartengono a fasce istruite. Ci sono medici, ingegneri, avvocati, professionisti.

Il fondamentalista non è nemmeno un nemico del progresso. Non vuole tornare a un mondo primitivo, medievale, come dicono alcuni insultando il medioevo senza saperlo. Anzi, spesso usa molto bene Internet e sfrutta tutti i mezzi che la tecnologia può mettere a disposizione della sua causa.

Il fondamentalista religioso spesso tende politicamente all’estrema destra perché nella sua mente l’ultraliberismo economico è compatibile con il rigorismo morale. Infatti, secondo lui, tutto dipende dalle sole virtù individuali. Che ciascuno personalmente segua la Legge divina, in qualunque modo la intenda, è, nel suo modo di vedere, essenziale perché torni nel mondo la giustizia e la felicità, mentre dà poca importanza al fatto che esistono anche peccati sociali, vere e proprie “strutture di peccato” che non dipendono dalle sole scelte personali.

Tra parentesi, prima che mi diate tutti del comunista: l’espressione “strutture di peccato” l’ho rubata a Giovanni Paolo II e non a Carlo Marx…

Il fondamentalista tende a pensare che il dirigente, l’uomo che riceve responsabilità di potere, debba essere devoto e pio, perché in questo modo sarà più facilmente destinato al successo politico.

Il fondamentalismo ha facile presa persino tra i poveri e i diseredati perché fomenta la convinzione che Dio ricompensi e benedica con la prosperità, anche materiale, chi segue la sua legge, ma non le altre persone.

Si potrebbe dire, in conclusione, che il fondamentalismo offre certezze e le contrappone alle proposte di un mondo che non ne offre più. Tuttavia questa affermazione è ancora un po’ generica, perciò voglio offrire uno schema che spero possa aiutare a chiarirci le idee.

Tutto si può rappresentare come una relazione tra due termini: quello tra la fede e la cultura, compresa anche la cultura popolare (o cultura pop). Da una parte c’è la visione del mondo proposta dalla comunità religiosa alla quale si sente di appartenere. Dall’altra quella, un po’ più impersonale e variegata, di tutti gli altri, del resto del mondo.

Se tra questi due termini non si prende in considerazione un terzo elemento, un terreno “neutro”, un ambito autonomo sul quale i diversi pensieri e le diverse convinzioni possono trovare una convergenza, non ci può essere dialogo perché non ci può essere nessun punto di incontro.

Si finisce per parlare lingue diverse restando chiusi in mondi diversi.
Se le cose vanno così, secondo me, c’è poco da stare allegri.

Ma ecco, finalmente, è arrivato il momento del test.

Se vuoi sapere se sei stato contagiato dal virus del fondamentalismo, rispondi a questa domanda:

Esiste per te un terreno comune tra la fede e la ragione, tra la religione e la società, tra i credenti e i non credenti, tra le tue convinzioni e la cultura in cui sei immerso?

Esiste un mondo autonomo da ogni visione di fede, che (pur creato da Dio per il credente) funziona con leggi proprie che bisogna conoscere e rispettare? Oppure pensi proprio non ci sia nulla che unisce, prima di ogni divisione?

Se per te la risposta è NO, è ovvio che non esiste per te un termine medio per incontrare chi la pensa diversamente da te e comunicare con lui.

Se per te ci sono solo luce e tenebre, se gli altri hanno sempre torto, se tutti, tranne quelli che la pensano come te, sono in malafede, se esistono solo confini netti, muri, frontiere invalicabili, porte chiuse… mi dispiace, ma comunque tu la pensi o qualunque cosa tu voglia credere, sei positivo al virus del fondamentalismo.

In conclusione, però voglio ricordare che non è solo per i credenti il pericolo di diventare “zombie”. Esiste anche una versione laica, non religiosa, del fondamentalismo: si chiama laicismo estremo.

Il laicista estremo si conforta e si rassicura a sua volta nel pensare che tutti i credenti, senza eccezione, siano in realtà dei fondamentalisti, ottusi, che hanno spento il lume della ragione e che sono capaci solo di vedere dogmi e proibizioni dappertutto, cioè, in pratica, dei disadattati culturali totalmente fuori del mondo e che quindi non hanno e non devono avere voce in capitolo sui problemi morali e sociali.

Il laicista estremo, ragiona, se così si può dire, in maniera esattamente speculare al fondamentalista: E quando si domanda: “Qual è il motivo di tutti i mali del mondo? Risponde: “Le religioni!”, ovviamente, e soprattutto il loro influsso sociale.

Per un laicista estremo i credenti, di ogni denominazione, dovrebbero tenersi la religione per sé e praticarla “a casa loro”. Perciò, per fare un esempio, i simboli religiosi, secondo loro, non dovrebbero essere esposti, e i credenti non avrebbero nemmeno diritto a pronunciarsi riguardo ai problemi della società se lo fanno in quanto credenti.

Ma è un atteggiamento altrettanto dannoso, perché alza una barriera invalicabile tra credenti e non credenti, aggravando, nel campo opposto, la tentazione del fondamentalismo, soprattutto in alcuni soggetti più predisposti.

Dall’altra parte, il fondamentalista reagisce sempre più convinto che ogni elemento culturale che non provenga dalla fede o che non derivi direttamente da essa sia illegittimo e demoniaco. E che quindi i simboli religiosi debbano essere non solo esposti, ma addirittura ostentati, imposti, come un’appropriazione di identità, come una bandiera che divide il campo e svetta orgogliosa sulla propria trincea.

Il risultato è una polarizzazione sempre maggiore e una discussione sterile, che non rende un buon servizio né ai valori dello stato laico, né ai simboli religiosi.

La posizione della Chiesa Cattolica al riguardo è stata ben esposta da Benedetto XVI
che parlava di una “sana laicità”.

La sana laicità è il patrimonio comune di credenti e non credenti, il saper accettare la distinzione tra fede e cultura perché esiste l’autonomia delle realtà temporali, ma, allo stesso tempo, difende anche il diritto al credente di esprimersi e di offrire in tutti i campi il proprio contributo.

Non posso aver detto tutto, né posso averlo detto in modo del tutto soddisfacente.

Perciò, fatemi sapere nei commenti qual è la vostra interpretazione del fondamentalismo e soprattutto, se vi interessano questi video, non dimenticate di iscrivervi al canale.

Bella a tutti!

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Autore: Gianmario Pagano

Scrittore, autore, sceneggiatore, insegnante, prete romano.

5 pensieri riguardo “Sei fondamentalista? facciamo un test!”

  1. “Il fondamentalista religioso spesso tende politicamente all’estrema destra perché nella sua mente l’ultraliberismo economico è compatibile con il rigorismo morale. Infatti, secondo lui, tutto dipende dalle sole virtù individuali”. Sono d’accordo con molto di ciò che scrive ma questa affermazione è contraddittoria.
    Ipotizzando di comprendere cosa Lei intenda per “ultraliberismo economico”, è un fatto facilmente dimostrabile, anche sotto il profilo storico, che l’estrema destra non è di regola liberista ma, anzi, profondamente statalista.
    E viceversa, i liberisti convinti, fino agli anarco-liberisti, non hanno nessun interesse ad autodefinisrsi di destra o di sinistra e, nel mondo anglosassone, spesso sono a disagio se collocati anche solo nel mondo conservatore e moderato.
    Se è vero, quindi, che il fondamentalista (cattolico) è spesso di destra, non lo è per ragioni economiche ma perché ha una concezione autoritaria dell’esercizio del potere pubblico, derivante dalla propria convinzione di possedere tutta la verità (o che la possieda il suo leader del momento). Ciò che, lo ribadisco, è il contrario del liberismo.
    Un cordiale saluto.

  2. Si è fondamentalisti anche quando si difende più un parente o un amico rispetto ad uno sconosciuto.
    Gesù era stranamente fondamentalista, sostenendo anche il nemico.
    Il suo modo di confrontarsi con il suo prossimo lo ha portato a mettere in crisi anche l’avversario stesso di sempre che è il fondamentalista dei fondamentalisti.

  3. La risposta al test è “overlapping consensus”, espressione coniata dal filosofo John Rawls. Nella lezione trasmessa su Rai Scuola (il programma “il caffè filosofico”) il concetto viene spiegato bene con un esempio per me illuminante. Tuttavia devo citare il suo articolo “i credenti non avrebbero nemmeno diritto a pronunciarsi riguardo ai problemi della società se lo fanno in quanto credenti”. Affinchè l’overlapping consensus sia veramente efficace, quel “se lo fanno in quanto credenti” può rappresentare un ostacolo. Non contesto l’opinione del credente nel dibattito, ma la motivazione che il credente adduce “in quanto credente”. Esempio pratico tratto dalla lezione: una posizione antiabortista può essere sicuramente espressa, ma la motivazione deve essere spiegata in un linguaggio comune ai due interlocutori. Quindi un politico credente non dovrebbe dire “perchè lo ha detto il Pontefice” o “perchè è scritto nel tale versetto” ma, ad esempio, qualcosa di simile a “perchè riconosco al feto le stesse tutele e gli stessi diritti di un comune cittadino”. Per convincere i colleghi potrebbe presentare statistiche sulla natalità o bilanci che evidenzino la coperture economiche per un eventuale decreto legge che agevoli la maternità.

  4. Il fondamentalismo religioso, si nasconde, a mio avviso, tra le pieghe dei dogmi religiosi, e la Chiesa Cattolica non ne è esente.

    I dogmi non accettano discussioni, non c’è posto per i ragionamenti, per il dubbio.

    Nemmeno Gesù amava i fondamentalisti, come gli scribi e i farisei, li chiamava sepolcri imbiancati, ipocriti, legati alle tradizioni e alla cieca obbedienza alle leggi formali, perdendo di vista l’essenziale.

    Le parole più moderne e rivoluzionarie di Gesù, per me, sono quelle rivolte ai Farisei che gli ricordavano di rispettare il Sabato:
    Dio ha creato il Sabato per l’uomo non l’uomo per il Sabato.

    Io lo intendo così: Dio ha dato il Sabato all’uomo per regalargli una delle cose più belle…,il riposo. Il riposo serve per recuperare le forze fisiche e fare il punto sulla propria vita: progetti, cercare soluzioni, distaccarsi dai bisogni quotidiani…, avere praticamente la propria libertà mentale.

    I religiosi ebrei avevano distorto questo dono di Dio, l’avevano inteso come cieca obbedienza alle leggi e tradizioni, che passavano per precetti e dogmi insormontabili per l’uomo che si è trovato dall’essere libero a schiavo del Sabato , schiavo dei precetti minuziosi e soffocanti.

    Gesù mette al centro l’Uomo.

    Gesù vuole liberarlo dalle leggi assurde e gli dà il permesso di infrangerle, se ingiuste e soffocanti. Lui stesso ne dà l’esempio.

    Questa è la rivoluzione dell’uomo libero.

    Ecco perché dico che Gesù non era fondamentalista, non accettava ciecamente i precetti e i dogmi del suo tempo.

    Per me, era veramente Uomo. Un uomo LIBERO.

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